giovedì 13 febbraio 2014

Time goes by so...


" il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile: più' e' il tempo e più' il  lavoro sembra importante ed impegnativo"... scriveva lo storico londinese C. Parkinson in uno dei suoi saggi più' conosciuti.

 Tradotto  per meglio comprendere il concetto la  formula sarebbe espressa nel modo seguente

                             


                                                     + tempo abbiamo + ne sprechiamo


ma funziona sempre così? ....Managers di tutto il mondo....! la pensiamo davvero in questo modo?

Io non so se, davvero, la formula espressa dallo storico  abbia influito nell' utilizzo del mio tempo, soprattutto  in campo professionale proprio perche' ancòra oggi fatico a  gestire in modo ottimale  il "tetrix" delle mie  attività' nelle ore che ho a disposizione.
Eppure, a pensarci bene,  se esiste un aspetto  democratico, equivalente per tutti, quello e' proprio il tempo:
sappiamo che la giornata, per tutti , e' composta da  24 ore, cioè' 86.400 secondi che ognuno di noi spende  in modo diverso, come crede certamente (!), ma  e' nel modo in cui approcciamo il tempo che  ci comportiamo  diversamente; chi  crea il tempo e chi lo subisce.
Percio' concordo con chi dice che puo' essere vero anche il contrario di cio' che enunciava Parkinson, cioè , che se lo subisci, e' certo che stai cercando affannosamente  di ottenere il massimo dell' efficacia rincorrendo le priorità' e le urgenze ma.... spesso quelle che arrivano improvvisamente.

Quanti di noi consapevoli della bolletta in scadenza hanno rimandato all'ultimo momento il pagamento?

Chi di noi ha protratto fino all'ultimo momento un argomento di lavoro, un po' ostico, fino allo scadere accumulando inevitabilmente e continuamente, cose da fare?
allora potremmo dedurre che e' pur vero che

                                               - tempo abbiamo a disposizione +  rincorriamo le priorità'


In questo caso viviamo la situazione frustrante di aver fatto tante cose ma la percezione a fine giornata e' quella di esserci ritrovati a "rincorrere la palla", ossia senza concludere nulla .

Dobbiamo percio' riflettere sul concetto che il  tempo non può' essere considerato  come un contenitore vuoto nel quale buttare tutta una serie di azioni da compiere, cercando di farcele stare tutte insieme; e peggio ancora, se il nostro contenitore-tempo , come per le scatole cinesi, contenendone una dentro l'altra avrebbe occupato  lo spazio solo con gli involucri vuoti dei contenuti  di cui abbiamo necessita' per condurre le nostre attività' produttive.

A tal proposito, ecco che ci soccorre uno strumento manageriale, applicabile anche alla nostra quotidianità' e  che rimane sempre  di grande utilità': la matrice del tempo di Covey , da sempre utilizzata con grande efficacia:


Questo semplice strumento ci indica nei 4 quadranti che le attività' possono essere di carattere
  • Importante e urgente
  • Importante e non urgente
  • Non importante e urgente
  • Non importante e non urgente
Prova ad inserire le attività' che svolgi durante la giornata pensando in quale casella collocarle ma facendo bene attenzione a quelle urgenti che non necessariamente sono o diventano anche importanti e che percio' possono rimanere "non importanti":  queste rubano pericolosamente  tempo alla gestione delle attività' degli altri quadranti. 

Analizziamole velocemente:

 - Il 1 quadrante indica CRISI: attività' che potrebbero generare conseguenze gravi; 
                                             obiettivo: minimizzarle
 - il 2 quadrante indica OPPORTUNITA':attività' che ci aumentano la nostra capacita' di autogestione:
                                             obiettivo: prestare attenzione costante
 - il 3 quadrante indica INGANNO: attività' che spesso confondimi col quadrante 1; spesso sono attività' importanti           
                                            per gli altri ma non per noi. Obiettivo: attenzione a riconoscerle correttamente
 - il 4 quadrante indica SPRECO: attività' utilizzate come svago, per fuggire da cil' che non si ha voglia di fare;
                                            obiettivo: evitarle il più' possibile.

L'obiettivo finale e' quello di vederle spostarsi, a mano a mano che le affronti , portandole nel quadrante 2.

L'ho provato, vedrai che il risultato ti sorprenderà'.

Alla prossima

"...e non lasciare andare un giorno per ritrovar te stesso...perche' la vita e' adesso" C. BAGLIONI

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